vigo di fassa

L’insediamento di Vigo di Fassa è posto su un ampio terrazzamento ai piedi del Catinaccio.

Questa soleggiata località gode in estate di una dislocazione privilegiata, un punto di partenza per centinaia di escursioni e arrampicate nel gruppo che la sovrasta. Con una moderna funivia si raggiunge in pochissimi minuti la terrazza naturale del Ciampedìe, a 1998 m.,  un balcone panoramico di rara bellezza, dove lo sguardo può spaziare su tutti i gruppi dolomitici che dominano la Valle di Fassa (Catinaccio, Larséc, Sella, Pordoi, Marmolada…) e oltre, fino alle Pale di San Martino.

Durante la stagione invernale il Ciampedìe rappresenta il fulcro dell’area sciistica omonima, dove ognuno,  dal principiante allo sciatore esperto, può soddisfare la sua voglia di sci e godere di piste sempre innevate.

 

Questa magnifica terrazza naturale sulle Dolomiti ospita, sia d’inverno che d’estate, un innovativo e molto frequentato "Baby Park", dove bambini di ogni età trovano esaudito il loro desiderio di divertimento, grazie anche all’assistenza assicurata dal "Kinderpark Ciampedie Lauri".

Etimologia

Vigo, dal latino vicus, villaggio.

 

Altitudine

1382 s.l.m.

 


cenni storici

Grazie alla sua posizione centrale e dominante, Vigo rappresentò dal medioevo all’inizio dell’ ‘800 (lungo periodo storico durante il quale la Val di Fassa sottostò alla giurisdizione del Principe Vescovo di Bressanone) il centro giuridico, amministrativo e religioso dell’intera vallata.

Ne rimangono, a testimonianza, le splendide chiese gotiche di Santa Giuliana (edificata nel XV sc. sul colle del Ciaslìr, già ritenuto sacro dalla popolazione in epoca pre-cristiana) e di San Giovanni (fine 1400 – inizio 1500), definita “Pieve di Fassa”.

Durante la lunga annessione al principato la popolazione valligiana si organizzò in 7 Regole, di chiara origine feudale, che corrispondono, al giorno d’oggi, ai 7 comuni attuali.

La lingua parlata dalla “Comunità di Fassa” era, ed è tuttora, il Ladino, lingua nata dalla compenetrazione fra quella retica, propria delle popolazioni autoctone, e quella latina, che si diffuse in valle in seguito alla conquista romana (I sec. a.C.)

Subito dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1921, il paese fu devastato da un terribile incendio che lo distrusse in gran parte: fortunatamente si salvarono le due chiese e il cimitero austriaco, che si stende ai piedi di Santa Giuliana.

Attualmente Vigo ospita la sede del Museo Ladin de Fasha e dell’Istituto Cultural Ladin, sorti a tutela della cultura e della lingua ladine.